Meglio pagare un mutuo o un affitto?

Come è noto, uno dei costi più sostanziosi che incidono sulla scelta tra acquisto e affitto è quello del mutuo o del canone di affitto. Questi costi devono essere preventivati per il lungo periodo, qualsiasi sia la tua scelta abitativa. Ma qual è l’aspetto che devi valutare attentamente per prendere una decisione?

La durata di questo periodo. In particolare, dovrai considerare che il mutuo andrà restituito alla banca entro un determinato lasso di tempo prestabilito, che tu conoscerai con certezza al momento di firmare il contratto. L’affitto invece dovrai pagarlo per sempre e quindi dovrai fare una previsione sulla durata della tua vita, preferibilmente per eccesso.

Se infatti tu decidessi di andare in affitto basandoti su un’aspettativa di vita di 80 anni, ti troveresti scoperto nel caso la tua vita fosse più lunga rispetto alle tue aspettative.

Economicamente questa ipotesi ti causerebbe un problema, nel caso a quell’età non avessi più a disposizione tutto il denaro necessario per pagare ulteriori canoni.

Considerando la lunghezza della tua vita da questa prospettiva, sarà molto utile confrontare la variabile costo mutuo e la variabile costo affitto in rapporto al denaro che potrai spendere.

Pagare i costi di manutenzione

acquisto o affitto casa

Il costo di manutenzione degli immobili è una variabile che i proprietari di immobili già conoscono, ma è bene che prima di scegliere se divenire proprietario o no, anche tu valuti questi costi e la loro incidenza sulle spese da sostenere.

Secondo i dati ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) infatti, Il costo di manutenzione degli immobili in Italia è molto alto. Tuttavia, l’incidenza di questa voce nella pianificazione che stai strutturando è più bassa di quanto potresti pensare. Questo avviene perché lo Stato italiano mette a disposizione dei proprietari di immobili numerosi incentivi per la ristrutturazione.

Per citare alcuni esempi, pensiamo all’Incentivo per la Ristrutturazione Edilizia al 50%, ai finanziamenti al 110% e ai finanziamenti a fondo perduto per miglioramenti specifici, come quello per l’efficientamento idrico della casa, che copre anche le spese per l’acquisto della rubinetteria. Molte di queste agevolazioni vengono rinnovate da almeno 10 anni e sono ormai diventate una risorsa stabile per chi intende rinnovare la propria abitazione.

Per questo motivo, nella valutazione dei costi di manutenzione da sostenere nel lungo periodo, è lecito aspettarsi che questi incentivi rimarranno a disposizione degli utenti anche negli anni avvenire, venendo ridotti nella peggiore delle ipotesi, ma non soppressi.

Perché fare affidamento su questo tipo di incentivi statali? Molto semplicemente, perché allo Stato conviene finanziare i privati che vogliano ristrutturare appartamenti e immobili, onde evitare di ridurre il patrimonio immobiliare del Paese in condizioni di degrado.

Gli esperti consigliano di effettuare interventi strutturali sugli edifici a partire dai 50 anni in poi; in Italia la vita media di un edificio supera ampiamente i 40 anni, di conseguenza lo Stato italiano ha molto interesse nel sostenere queste opere di ristrutturazione da parte dei privati, per non esporre gli immobili al rischio di divenire fatiscenti entro pochi anni.

Inoltre, le attuali tendenze urbanistiche dell’Unione Europea sono quelle di sostenere il miglioramento delle città e il nostro Paese, in quanto membro, deve mantenersi in linea con gli standard europei.

L’inflazione

Un’ulteriore variabile da considerare con attenzione prima di scegliere se acquistare o affittare casa, è quella dell’inflazione: i costi da sostenere nel lungo periodo sono infatti soggetti all’aumento dei prezzi.

In Italia, come Paese membro dell’Unione Europea, possiamo aspettarci un aumento dei prezzi che si attesta intorno al 2% (secondo le disposizioni della BCE). Questo aumento deve essere applicato al calcolo per la valutazione delle spese, come ad esempio quelle di manutenzione o per l’affitto. I canoni di affitto possono aumentare anche a causa di motivi sociali, ossia del maggiore o minore numero di persone che desiderano affittare casa.

Dal punto di vista demografico in Italia, attualmente, il numero delle nascite è un valore in decrescita e quindi assistiamo a una diminuzione del numero di persone che compongono la popolazione. L’effetto di questa decrescita è una diminuzione nella domanda di affitto degli appartamenti e l’offerta di immobili è destinata a divenire superiore rispetto alla domanda.

Questo meccanismo provoca allora, a livello economico, una diminuzione dei prezzi degli affitti e lo stesso naturalmente accade per i prezzi degli immobili in vendita. All’inverso, un aumento delle nascite, così come un aumento dell’immigrazione, provocano l’effetto opposto nel mercato immobiliare, ossia una domanda maggiore dell’offerta e, quindi, un aumento dei prezzi di acquisto e affitto degli immobili.

Un ultimo fattore da considerare, ma che possiede sempre grande importanza nella personalizzazione della tua analisi, è quello del quartiere in cui si trova la casa che desideri.

La posizione in cui si trova la casa che vuoi comprare o prendere in affitto, contribuisce considerevolmente a determinare il suo costo. Un edificio posizionato nel quartiere centrale di una grande città, costerà sempre di più, a prescindere dal numero delle persone che lo richiedono, rispetto a un edificio sito in una zona periferica o di provincia, dove invece i prezzi si manterranno più stabili e indipendenti dall’inflazione, data la minore richiesta.

Il costo opportunità del capitale

Non sottovalutare infine il costo opportunità del capitale: generalmente i risparmiatori si dividono in due tipologie. Un gruppo è composto da quei risparmiatori che tengono il loro denaro sul conto corrente esclusivamente in deposito, ma non desiderano effettuare alcun investimento con il proprio capitale. Al momento di decidere se acquistare casa o andare in affitto, questa prima tipologia di risparmiatori non deve affatto preoccuparsi del costo opportunità.

Molte persone però rientrano nella categoria alternativa e vogliono realizzare investimenti e guadagni con il proprio capitale in banca. In questo caso, togliere denaro dal conto corrente per finanziare l’acquisto di una casa rappresenta un problema che deve essere valutato con attenzione: questa decisione infatti presenta un alto costo opportunità del capitale, poiché priva l’utente della possibilità di investire i propri soldi, andando a provocare un vero e proprio costo aggiuntivo derivato dai guadagni non realizzati.

La tua propensione all’investimento può essere quindi molto incisiva, quando devi decidere se acquistare casa o andare in affitto.

Come hai potuto vedere, le variabili da tenere in conto prima di decidere se acquistare casa o andare in affitto sono numerose e per questo motivo non è di alcuna utilità affidarti a chi ti propone soluzioni categoriche in una o nell’altra direzione, senza però conoscere realmente le tue necessità. Una soluzione personalizzata, invece, può aiutarti a trovare la casa perfetta per te.