In  questo articolo scopriremo le caratteristiche principali della Banca Centrale Europea e quali sono le sue competenze all’interno della politica monetaria dell’Unione Europea.

Che cos’è la Banca Centrale Europea

La Banca Centrale è un ente al quale viene affidata la gestione della valuta di un gruppo di Stati, o comunque di una singola Nazione.

L’obiettivo di un istituto di questo genere è quello di garantire la stabilità dei prezzi. In alcuni Paesi ha un’ulteriore compito, ossia quello di affrontare il problema dell’occupazione (questo è l’obiettivo della Banca Centrale Statunitense, la FED).

Ogni Banca Centrale, compresa naturalmente la Banca Centrale Europea, fissa i tassi di interesse, che devono essere intesi come un vero e proprio costo del denaro.

Tale azione deve essere impostata sulla base della politica monetaria intrapresa dai Paesi, nel nostro caso da quelli che aderiscono all’Unione Europea. La Banca Centrale però non deve essere intesa come una comune banca.

Essa infatti non ha la possibilità di far aprire un conto ai singoli individui, oppure concedere prestiti e mutui personali.

Allo stesso tempo la Banca Centrale non deve essere intesa come un organo dello Stato perché è indipendente dalle decisioni dello Stato.

La Banca Centrale concede prestiti non ai risparmiatori ma alle banche.

Lo scopo è quello di raggiungere una stabilità dei prezzi.

La Banca Centrale inoltre svolge anche altre funzioni, sempre molto importanti, oltre a quelle menzionate:

  • l’emissione di moneta;
  • la messa in sicurezza dei sistemi di pagamento dei prestiti;
  • la gestione delle riserve ufficiali;
  • il favoreggiamento della comunicazione delle informazioni in ambito economico;
  • lo svolgimento del compito di vigilanza nei confronti delle banche commerciali.

Quali sono gli obiettivi della Banca Centrale Europea

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La Banca Centrale Europea, dunque, agisce con l’obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi, che tradotto significa salvaguardare la valuta dell’Euro.

Mantenere la stabilità dei prezzi vuol dire inoltre che i prezzi non dovranno nè aumentare eccessivamente (in caso contrario si incorre nel rischio di inflazione) né diminuire troppo.

In quest’ultimo caso il rischio è quello di innescare un’inesorabile deflazione.

Nel caso in cui un Paese (o un intero mercato) si trovi nello stato di inflazione elevato, i cittadini di questi territori avranno sicuramente problemi con la moneta in loro possesso. Infatti l’inflazione provoca una perdita di valore della moneta.

Cosa comporta questo? Che con la stessa quantità di denaro si potranno effettuare meno acquisti rispetto al passato. L’inflazione provocherebbe poi scenari sempre peggiori.

Se infatti abbiamo del denaro che effettivamente vale meno e con il quale possiamo acquistare meno cose, allora sarà necessario rivolgersi al proprio datore di lavoro per chiedere un aumento.

Lo stesso datore, per compensare l’incremento del costo del personale, aumenterà il prezzo dei prodotti o dei servizi venduti sul mercato.

L’aumento generalizzato dei prezzi non farà altro che far lievitare sempre più il tasso di inflazione,  peggiorando la situazione individuale e sociale a livello finanziario.

Inoltre si andrà incontro ad un processo di svalutazione monetaria senza fine. Nello stesso modo, può essere pericoloso un ribasso eccessivo dei prezzi, anche se in apparenza una situazione del genere può sembrare favorevole per il consumatore. In realtà la deflazione è un fenomeno molto negativo.

Se i consumatori percepiscono che i prezzi stanno diminuendo decideranno di rimandare gli acquisti, consapevoli di poter risparmiare ulteriormente nel giro di pochi mesi.

La diminuzione dei consumi innescherà un meccanismo catastrofico.

Le imprese, a fronte nelle minori vendite, non avranno i soldi per pagare fornitori, dipendenti e gli interessi passivi sui mutui stipulati con le banche commerciali.

L’epilogo di un simile meccanismo? Le imprese saranno costrette a licenziare le persone assunte alle proprie dipendenze o, nella peggiore delle ipotesi, a dichiarare fallimento.

L’obiettivo principale della Banca Centrale Europea è quello della stabilità dei prezzi.

Per evitare di incorrere in periodi di deflazione o inflazione eccessiva, la BCE ha deciso di mantenere i livelli di inflazione inferiori, ma prossimi, ai 2 punti percentuali nel medio termine.

Il limite del 2% è stato fissato dalla Banca Centrale Europea per diverse ragioni:

  • generalmente si ha una sovrastima nell’atto di misurazione del tasso di inflazione che, quindi, dovrebbe essere, nella realtà, leggermente inferiore a quello effettivamente misurato.
  • in secondo luogo, la BCE ha voluto fissare un margine di sicurezza per evitare di scivolare nella deflazione.

Infine, tale limite è stato fissato per lasciare un margine di differenza sul tasso di inflazione presente in ogni singolo Paese facente parte dell’area UE.

Ma come fa la Banca Centrale Europea a regolarizzare il tasso di inflazione e, di conseguenza, la stabilità dei prezzi?

La risposta a questa domanda non è del tutto scontata e lo strumento utilizzato non è sempre di facile utilizzo. Infatti, la BCE agisce sulla stabilità dei prezzi modificando il tasso di interesse di breve termine a cui fanno riferimento i prestiti ottenuti dalle banche commerciali.

Ma la stabilizzazione dei prezzi non è l’unico obiettivo della Banca Centrale Europea.

A partire dal 2014, infatti, la BCE ha assunto il compito di vigilare in maniera diretta sull’attività e sulla politica adottata da ogni singola banca commerciale presente all’interno dell’Unione Europea.

Le principali banche le controlla direttamente, mentre le altre sono controllate in modo indiretto, nel caso dell’Italia, attraverso la Banca d’Italia.

In questo modo non solo si tutela il rispetto delle regole in materia finanziaria ed economica, ma si offre anche un servizio di prevenzione nel caso in cui si vengano a creare situazioni particolarmente rischiose.

Un ulteriore compito della Banca Centrale Europea è quello di supervisionare la produzione delle banconote Euro in tutta l’UE.

Osservando ogni singola banconota di questa valuta, infatti, è possibile individuare la firma del Presidente della BCE.

La Banca Centrale Europea è un istituto del tutto indipendente

Questo concetto è fondamentale per capire che gli obiettivi ai quali la BCE deve attenersi non possono essere manipolati per fini politici o per altri scopi.

Per questo, periodicamente la Banca Centrale Europea è chiamata a discutere dell’operato svolto nell’intervallo di tempo di riferimento, stando a quanto disposto dal Trattato sul funzionamento dell’UE, il quale stabilisce le funzioni e i compiti della banca stessa.

Come fa la Banca centrale a creare moneta?

produzione moneta banca centrale europea

La moneta odierna viene definita fiduciaria. Questo perché il valore della carta della banconota è nullo in confronto al valore che noi assegniamo al denaro.

Ciò che fa mantenere alla moneta il valore che gli diamo è la fiducia che si ripone sulla Banca Centrale, che ha il compito di mantenere tale valore costante nel tempo.

Da questa considerazione deriva il nome di moneta fiduciaria. Senza questo compromesso i soldi non esisterebbero, così come la società moderna.

Esiste anche un’altra forma di rappresentazione della moneta, ossia quella digitale o elettronica. Questa non è altro che la memorizzazione su una carta o su un conto del valore monetario realmente depositato.

Il compito della Banca Centrale Europea è, in primo luogo, quello di fare in modo che ad ogni bene o servizio venga assegnato un valore monetario, che deve rimanere pressoché costante nel tempo.

Come detto, la BCE ha come obiettivo principale quello della stabilizzazione dei prezzi, e può raggiungerlo mediante la variazione del tasso di interesse nel breve termine, che a sua volta determina il costo del denaro.

Nello specifico questo meccanismo influenza la cosiddetta moneta esterna, ossia quella inerente al rapporto tra Banca Centrale e banche commerciali.

Viceversa la moneta interna è quella creata dalle banche commerciali ed erogata a titolo di prestito a imprese e privati.

L’unica differenza è che la moneta esterna rappresenta solamente un’attività per l’economia intera, mentre la moneta interna necessita anche di una passività, ossia il credito privato.

Solo alla Banca Centrale Europea, così come a tutte le altre banche centrali, è affidato il compito di emettere le banconote, nel nostro caso in Euro.

L’espressione ”stampare moneta”, però, si riferisce al compito in capo alla BCE di acquistare attività (titoli di Stato e obbligazioni societarie) con il fine di creare riserve e ridurre, di conseguenza, i tassi di interesse per le imprese e i privati, regolando il costo del denaro e, dunque, l’economia.

Per mettere in atto questa operazione la Banca Centrale crea moneta elettronica che viene trasmessa ai cosiddetti intermediari, che non sono altro che le banche commerciali, che a sua volte utilizzano questa moneta per erogare ulteriori prestiti.

Perché la Banca Centrale riduce i tassi di interesse?

I tassi di interesse vengono equiparati al costo del denaro in quanto rappresentano delle detrazioni che le banche trattengono nel momento in cui concedono un prestito.

Esiste una correlazione tra tassi di interesse e il valore della valuta. Infatti, nel momento in cui la Banca Centrale decide di aumentare i tassi di interesse la valuta subisce un apprezzamento.

Di conseguenza una riduzione dei tassi di interesse produce un incremento del valore del denaro posseduto dai consumatori.

Perché allora non ridurre costantemente i tassi di interesse, in modo tale da aumentare il valore posseduto da ciascuno di noi?

La risposta è semplice ed è già stata esplicitata in precedenza. Una riduzione dei tassi di interesse apportato dalla BCE non solo incrementa il valore del denaro, ma comporta un aumento anche nel livello del tasso di inflazione che ,invece, deve essere mantenuto molto vicino al 2%.

Dunque la Banca centrale deve utilizzare la leva del tasso di interesse per gestire l’intera economia.

Riducendo il tasso, la conseguenza naturale nel mercato è che l’economia ottiene un beneficio. Questo metodo di intervento, che rimane il principale strumento in mano alla BCE, è stato utilizzato anche per favorire il superamento della crisi dovuta ai mutui subprime.

Tale crisi, nata nel 2006 negli Stati Uniti e velocemente estesa  in tutto il mondo, deve il suo sfogo ai prestiti concessi dalle banche statunitensi a soggetti con un rischio debitorio molto alto, unitamente alla enorme bolla immobiliare che si era venuta a creare negli anni.

Una volta che il valore degli immobili rientrò al loro valore reale, i tassi di interesse sui prestiti concessi per il loro acquisto aumentò notevolmente e i debitori finanziari non furono più in grado di restituire il prestito stesso, causando il fallimento delle banche.

Lo scopo finale di una politica di questo genere è quindi di influenzare le scelte dei consumatori, tentando, con una manovra improntata sulla riduzione del tasso di interesse, di indurli ad investire più soldi rispetto al passato.

Il fine ultimo di questa politica è quello di poter generare una crescita economica internazionale.

Un discorso simile può essere fatto nel caso in cui l’obiettivo principale della Banca Centrale sia il raggiungimento della piena occupazione (FED, ossia la Banca Centrale USA).

Per ottenere questo risultato, nei periodi di contrazione economica, la FED può utilizzare i tassi di interesse, riducendoli, per creare massa monetaria. In questo modo:

  • la domanda del mercato subisce un aumento;
  • le imprese decidono di investire, in quanto il denaro costa meno;
  • l’occupazione aumenta.

Se vuoi approfondire perché la banca centrale tiene i bassi di interesse bassi leggi anche il nostro articolo o guarda qui il mio video:

Perché la Banca Centrale alza i tassi di interesse?

banca centrale tassi interesse

Abbiamo visto che la Banca Centrale mette in atto una politica basata sulla riduzione dei tassi di interesse con scadenza nel brevissimo termine, nel caso in cui debba tentare di risollevare un’economia.

Ma in quali casi, invece, mette in atto una politica contraria, ossia basata sull’incremento dei tassi di interesse? Supponiamo di avere uno scenario praticamente inverso rispetto a quello affrontato al punto precedente.

Il livello dei prezzi al consumo sta seguendo un trend crescente e il tasso di inflazione ha già superato il limite teorico previsto dalla Banca Centrale Europea del 2%. In questa situazione la BCE deve intervenire.

Lo scopo è quello di influenzare i comportamenti e le decisioni dei singoli consumatori, e indurli a risparmiare del denaro per investirlo nel pagamento dei tassi di interesse.

Per ottenere un effetto di questo tipo la Banca Centrale dovrà naturalmente aumentare il livello dei tassi di interesse, ai quali sono legati i rendimenti di breve termine. Se le conseguenze sono quelle sperate dalla BCE allora si otterrà un effetto domino:

  • il risparmio dei consumatori aumenterà;
  • gli acquisti da parte degli stessi subiranno un sensibile calo;
  • le imprese saranno costrette a ridurre i prezzi dei propri prodotti e servizi messi sul mercato al fine di aumentare nuovamente la quantità delle vendite.

Chi controlla e chi possiede la Banca Centrale Europea?

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Come anticipato precedentemente, la Banca Centrale Europea è indipendente. Tale aspetto della BCE è fondamentale per il raggiungimento dei suoi obiettivi, tra cui quello del mantenimento della stabilità dei prezzi nel lungo termine.

La necessità di avere una Banca Centrale indipendente è nata dopo alcuni casi storici che hanno evidenziato lo scostamento dagli obiettivi previsti dal Trattato, nel momento in cui il possesso o il controllo della banca stessa veniva influenzato da interessi politici.

Infatti, i governi che hanno un legame diretto con una Banca Centrale potrebbero utilizzare gli strumenti ad essa concessi per raggiungere gli obiettivi prefissati all’interno del partito politico. E questo potrebbe provocare gravi conseguenze sulla stabilità dei prezzi, sull’occupazione e, in generale, sull’economia.

La politica monetaria in base alla quale la BCE agisce ed opera ha come scopo, oltre agli obiettivi già menzionati, il raggiungimento del benessere dei cittadini dell’Unione Europea. Solo un’ente indipendente ed autonomo può promuovere delle politiche obiettivo che tendano alla crescita economica e alla piena occupazione.

L’indipendenza della Banca Centrale Europea si dirama in cinque direzioni:

  1. istituzionale, in quanto la BCE e i suoi organi decisionali non possono accettare istruzioni da nessun altro ente o governo;
  2. personale, riferita ai membri del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, che godono di una tutela particolare per far sì che possano decidere in modo totalmente imparziale sulle questioni a loro poste;
  3. funzionale e operativa, che si palesa nel fatto che la BCE è l’unico ente autorizzato all’attuazione di manovre di politica monetaria all’interno dell’Unione Europea. Inoltre alla Banca Centrale Europea non è permesso erogare finanziamenti alle istituzioni pubbliche, per evitare che possano nascere pressioni in questo senso;
  4. finanziaria e organizzativa, in quanto la BCE possiede redditi propri, così come le risorse finanziarie. Essa può decidere liberamente anche la propria struttura interna;
  5. giuridica, in quanto la Banca Centrale Europea ha personalità giuridica propria.

Periodicamente la Banca Centrale Europea è chiamata a rendere conto delle proprie strategie, della propria politica e del proprio operato davanti a tutti i cittadini dell’Unione Europea e ai loro rappresentanti, eletti all’interno di ogni singolo Paese, che compongono il Parlamento Europeo.

La Banca Centrale dovrà rispondere sulle questioni inerenti la politica monetaria, gli andamenti economici, ma anche le dichiarazioni dei membri rese agli organi di informazioni o nei discorsi pubblici. Il tutto per non trasgredire gli obblighi di trasparenza previsti dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, cui la Banca Centrale deve sottostare. Sotto questo aspetto, l’indipendenza della BCE viene posta su un livello inferiore rispetto agli interessi di ogni cittadino appartenente all’UE.

La Banca Centrale Europea è una no-profit o può avere un utile?

Anche la Banca Centrale Europea, come qualsiasi altra istituzione, può conseguire un utile ma non agisce a scopo di lucro.

Gli utili conseguiti, resi visibili annualmente con la pubblicazione del bilancio, derivano quasi interamente dagli interessi attivi che la Banca Centrale matura durante lo svolgimento della propria attività.

Questi tipi di introiti prendono il nome di reddito da signoraggio, se gli interessi attivi si riferiscono all’attività di emissione di banconote.

Il reddito maturato però non viene suddiviso come può avvenire per le società private, ma viene utilizzato per il sostenimento delle spese come, ad esempio, quelle per il personale.

Gli utili non vengono utilizzati però per sostenere l’attività di vigilanza, che viene coperta direttamente dalle banche commerciali controllate dalla Banca Centrale.

E’ facile intuire che, a seconda dell’utile ottenuto, una volta compensate tutte le spese si potrà avere un’eccedenza.

L’utile rimanente può essere accantonato e utilizzato per la copertura di altre spese negli anni futuri, oppure può essere distribuito tra le banche centrali nazionali e distribuito tra i contribuenti dell’intera area europea.

Anche se fino ad oggi alla BCE non è mai capitato, è possibile che una Banca Centrale possa registrare al termine dell’esercizio una perdita. Si può rimediare ad una situazione di questo genere in vari modi.

Innanzitutto la Banca Centrale potrà utilizzare gli accantonamenti degli utili ottenuti negli esercizi precedenti.

Ma nel caso in cui questi non bastino a coprire interamente la perdita registrata, allora la Banca Centrale può chiedere alle banche centrali nazionali di coprire parte della perdita con una percentuale sul reddito da loro prodotto.

Nel caso in cui vi sia ancora una parte residuale della perdita, allora la Banca Centrale potrà registrare a bilancio la perdita e provvedere alla compensazione con gli utili che saranno registrati negli anni futuri.

Le responsabilità della BCE verso i cittadini

responsabilità banca centrale europea

Come abbiamo compreso nei paragrafi precedenti, la BCE è un’istituzione indipendente ed in quanto tale deve rendere conto del suo operato ai cittadini dell’Unione Europea.

A delineare con precisione le responsabilità della Banca Centrale è il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea secondo cui la BCE deve rendere conto del suo operato al Parlamento ed al Consiglio Europeo.

Come avviene quanto stabilito dal Trattato? Attraverso audizioni, interviste, situazioni contabili settimanali, resoconti, bollettini economici, interrogazioni scritte e report annuali.

In questo modo la Banca Centrale Europea agisce in modo trasparente nei confronti della cittadinanza e dei due organi più importanti dell’Unione.

L’obbligo di rendere conto vige anche sulle operazioni attraverso cui la BCE espleta i suoi poteri di vigilanza bancaria.

Conclusioni

La Banca Centrale Europea, dunque, utilizza tutti gli strumenti necessari e a sua disposizione per raggiungere gli obiettivi prefissati.

L’obiettivo principale è naturalmente quello di stabilizzare nel tempo il livello dei prezzi, espressione che assume un duplice significato:

  1. da una parte deve mantenere il tasso di inflazione sotto al 2%, ma comunque intorno a questa percentuale;
  2. dall’altra deve evitare che il medesimo tasso scivoli in una percentuale di deflazione.

Questi due scenari potrebbero infatti provocare delle conseguenze davvero spiacevoli a livello privato e pubblico.

Il più importante strumento che la BCE ha a sua disposizione è il tasso di interesse con scadenza a breve termine, che può essere variato in aumento o in diminuzione per influenzare le decisioni dei singoli cittadini europei ed ottenere gli effetti teorizzati.

Oltre alla gestione della politica monetaria, la Banca Centrale è chiamata anche allo svolgimento di ulteriori compiti.

Tra questi risaltano quelli di vigilanza nelle politiche adottate dalle singole banche commerciali e quelli di produzione di banconote.

La Banca Centrale inoltre agisce ed opera in maniera completamente indipendente e autonoma e il Trattato al quale deve attenersi ha previsto vari metodi di tutela di questo principio.

In questo modo, né l’ente né i singoli membri che lo costituiscono possano essere influenzati da concetti e pensieri politici.

Le attività e i compiti svolti dalla Banca Centrale Europea possono comportare la produzione di utili ma la BCE è da considerarsi una no-profit, essendo un’istituzione pubblica.

Gli utili conseguiti dovranno essere utilizzati nella copertura delle spese di gestione e del personale e nella copertura di eventuali perdite future.

La Banca Centrale Europea in definitiva svolge un ruolo di super-partes, imparziale e indipendente, con il quale tenta di rendere la vita di ogni cittadino europeo più semplice.

L’obbligo di trasparenza e quello di chiarezza sono solo alcuni dei sentieri tracciati dalla BCE nella politica monetaria e nella strategia che decide annualmente di adottare, ma sempre per il bene di ciascuno di noi.