L’obiettivo primario dei finanziamenti per le start up è favorire la nascita e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali. Anche per il 2021 sono disponibili tantissimi bandi a cui possono partecipare i nuovi aspiranti imprenditori italiani.

Nel prossimo paragrafo iniziamo a prendere confidenza con il concetto di finanziamento a fondo perduto, una particolare tipologia di prestiti che non deve essere restituita e di cui spesso le start up possono usufruire.

Cosa sono i finanziamenti a fondo perduto?

I finanziamenti a fondo perduto sono una forma di prestito agevolato che viene concessa senza l’obbligo di dover restituire l’importo finanziato.

Qui risiede la grande differenza rispetto ai prestiti tradizionali, come ad esempio un mutuo bancario.

La finanza agevolata in favore delle start up

I prestiti a fondo perduto sono solo uno dei tanti strumenti di finanza agevolata promossa da fondi europei, statali e regionali (ad esempio, i fondi nazionali sono gestiti da un apposito ente pubblico, l’Invitalia – Agenzia Nazionale per gli Investimenti e Sviluppo dell’Impresa), in favore di micro-imprese, franchising e start-up innovative.

Una forma di incentivo totalmente a fondo perduto è l’Impresa Tasso Zero, riservata ai giovani e alle donne che intendono avviare una nuova attività oppure Smart e Start dedicato alle start up innovative.

Tuttavia, come ti spiegheremo più avanti, esistono numerosi progetti attivi (soprattutto europei e regionali) che propongono forme di finanziamento solo in parte a fondo perduto.

Ad esempio, è possibile che il bando richieda una restituzione parziale del capitale in una certa percentuale, oppure il pagamento di interessi in misura a tassi agevolati.

Come funzionano i finanziamenti a fondo perduto per le start up

bando smart grid

Ciascun bando per accedere a finanziamenti agevolati è pensato per determinate categorie di imprese ed imprenditori.

Per questo esistono finanziamenti destinati ai giovani entro una certa età (solitamente under 30 o under 35), oppure alle donne (vedi articoli finanziamenti imprenditoria femminile) o ancora a chi intende aprire una certa attività in un territorio svantaggiato dal punto di vista economico (come avviene, ad esempio, con il recente fondo “Resto al Sud”).

Nel caso specifico delle start-up, accanto al requisito anagrafico o geografico, si pone solitamente un’altra condizione per l’accesso alla forma di finanziamento.

Il potenziale beneficiario non può destinare il fondo all’apertura di una qualsiasi attività, ma dovrà utilizzarlo per aprire o migliorare una start-up, ossia una particolare tipologia di impresa costituita sotto forma di società di capitali e che possiede certi requisiti.

Cosa si intende per start up

In particolare, una start-up innovativa, secondo quanto definito dal cd. Decreto Crescita 2.0 Start-Up Italiane, è un’impresa che deve presentare nel suo oggetto sociale, come attività esclusiva o prevalente, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi e che possiedono elevato valore tecnologico.

La legge, poi, individua le agevolazioni fiscali specifiche per questa categoria di imprese, nonché le modalità di apertura (anche attraverso l’istituzione e la regolamentazione dei cd. incubatori certificatori start-up) e le formalità necessarie alla loro costituzione.

Come fare per partecipare ad bando

L’ente che eroga il finanziamento provvede periodicamente a pubblicare un bando dedicato ad una certa categoria di soggetti (imprenditori o aspiranti tali, soprattutto nel caso delle start-up).

Gli interessati hanno la possibilità di poter partecipare inviando un’apposita domanda, contenente tutte le informazioni richieste dal bando.

Normalmente, è necessario rispettare certi requisiti e, soprattutto, presentare un ottimo business-plan, in modo da far risaltare il proprio progetto rispetto agli altri e, dunque, aggiudicarsi il finanziamento.

Infatti, l’ammontare dei fondi che vengono destinati ad ogni finanziamento è solitamente limitato e soggetto ad esaurimento: pertanto, dopo una gara pubblica, un’apposita commissione sceglierà i vincitori, giudicando positivamente i progetti e i business-plan avanzati.

Una volta che il bando viene aggiudicato, il singolo vincitore vedrà erogato il relativo importo, che dovrà essere utilizzato – pena il successivo obbligo di restituzione – secondo le modalità definite dal bando e per raggiungere gli specifici fini contenuti all’interno del progetto presentato.

Nulla vieta che uno stesso imprenditore possa cumulare prestiti a fondo perduto provenienti da diversi fondi: può capitare, ad esempio, che un giovane o una donna ricevano finanziamenti per aprire una start-up e, successivamente, partecipino vittoriosamente ad un bando volto a concedere un finanziamento per lo sviluppo ulteriore dell’impresa stessa.

Sono i bandi ad individuare, di volta in volta, i requisiti necessari e le tipologie di attività che possono essere finanziate, anche se solitamente questa forma di agevolazione è destinata ai giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni, alle donne di tutte le età e agli imprenditori del Sud Italia, storicamente meno avvantaggiato e sviluppato rispetto al resto d’Italia.

Anche le start up devono rispettare determinati requisiti per essere considerate tali.

Normalmente, una società per essere considerata start-up in fase di apertura deve essere costituita in forma societaria da non più di 12 mesi, alla presentazione della domanda di finanziamento.

Tuttavia, è possibile partecipare ad un bando in veste di persona fisica, a condizione che quest’ultima costituisca la società start-up innovativa entro i 45 giorni successivi alla eventuale aggiudicazione delle agevolazioni.

Come rimborsare un finanziamento agevolato

Per quanto concerne il rimborso, abbiamo già detto che le condizioni specifiche sono disciplinate dal singolo bando.

Può trattarsi di un finanziamento integralmente a fondo perduto, nel qual caso le condizioni di rientro sono praticamente nulle.

Oppure, è possibile che la forma del fondo perduto sia limitata ad una certa percentuale della somma erogata, mentre la restante parte è comunque sottoposta ad un piano di rimborso agevolato.

Normalmente, il rimborso parte dal momento in cui è stato ultimato il piano di investimenti stabilito all’interno del progetto aggiudicato in sede di bando.

Quest’ultimo può anche prevedere un termine, che normalmente è di 24 mesi dalla firma del contratto: ciò significa che entro due anni dovrai aver terminato le operazioni previste dal progetto e comincerai il piano di pagamento del finanziamento.

La durata dei piani di rimborso è stabilita dalle singole amministrazioni aggiudicatrici, anche se normalmente non supera gli 8 anni complessivi, con il pagamento di due rate semestrali.

Una struttura simile, ad esempio, è quella assunta dal Decreto Incentivi Start-Up, che prevede agevolazioni per questa categoria di imprese per un ammontare di circa 200 milioni di euro.

Si offre la possibilità di finanziare fino alla cifra di 1,5 milioni ciascuna impresa aggiudicata, mediante un finanziamento a tasso zero che può arrivare a coprire fino al 70% dell’investimento necessario e il cui rimborso può avvenire entro 8 anni dalla conclusione del progetto.

Peraltro, in caso la società sia costituita esclusivamente da giovani e donne, l’importo finanziato può arrivare fino all’80%.

Soltanto per le imprese innovative del Mezzogiorno, il nuovo Decreto ha previsto la possibilità di cumulare, oltre agli incentivi start-up tradizionali, un apposito finanziamento a fondo perduto pari al 20% dell’investimento complessivo, fornendo inoltre l’opportunità di poter utilizzare un apposito tutoring tecnico-gestionale il cui finanziamento è a carico dello Stato.

Requisiti per richiedere i finanziamenti a fondo perduto start-up

Abbiamo già anticipato in parte che esistono determinati requisiti per poter accedere ai diversi programmi di finanziamento a fondo perduto per start-up innovative.

Da questo punto di vista, per rendere più semplice il discorso, è preferibile distinguere a seconda che si tratti di requisiti di carattere soggettivo oppure oggettivo.

Quanto ai primi, si tratta di quei requisiti che deve possedere personalmente il soggetto (o l’impresa) che intende partecipare al progetto di finanziamento.

Nel caso delle start-up, abbiamo già evidenziato che è possibile che una società già costituita possa accedere a finanziamenti per implementare e accrescere la propria attività: se il bando riguarda questo tipo di imprese, allora, esse dovranno possedere tutte le caratteristiche cui abbiamo fatto prima riferimento.

In dettaglio:

  • si deve trattare di imprese di nuova costituzione o comunque nate da meno di 5 anni;
  • aventi sede in Italia o in altro Stato europeo, purché la sede produttiva o una filiale si trovi in Italia;
  • che posseggano un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro;
  • con oggetto sociale riferito ad attività di sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi “innovativi ad alto valore tecnologico”;
  • che, rispetto al proprio bilancio, investano almeno il 15% del fatturato in attività di ricerca e sviluppo;
  • o, in alternativa, che impieghino dottoranti, dottori di ricerca o ricercatori in misura pari almeno a 1/3 degli occupati oppure che almeno 2/3 dei soci siano laureati;
  • che l’impresa possegga brevetti o licenze per l’utilizzo di tecnologie innovative.

Esistono, poi, dei requisiti di carattere oggettivo che possono riguardare il campo di attività specifico in cui opera l’impresa per accedere ad un certo finanziamento, come di volta in volta definito dal singolo bando.

Non possono accedere ai finanziamenti agevolati le imprese che siano cessate più di 12 mesi prima della presentazione della domanda, nonché le imprese che operano nei settori che sono esplicitamente esclusi.

In realtà, è il singolo progetto che individua le tipologie di attività in cui possono operare le start-up per poter accedere alla specifica attività di finanziamento.

Infatti, come vedremo tra poco, esistono finanziamenti agevolati e a fondo perduto rivolti a tutti i settori imprenditoriali, dal digitale al manifatturiero, passando per il commercio e l’agricoltura.

Inoltre, quale ulteriore requisito, si richiede che le imprese siano iscritte in un apposito Registro presso la Camera di Commercio e in regola con tutti gli obblighi di carattere fiscale e contributivo previsti dalle diverse leggi vigenti.

I progetti attivi per il finanziamento start-up a fondo perduto

Le agevolazioni destinate alle imprese start-up, nonché alle diverse tipologie di beneficiari che abbiamo prima menzionato, sono numerose e si possono concretizzare in contributi a fondo perduto, concessione di garanzie o prestiti agevolati per lo sviluppo di determinati progetti.

Come anticipato, i singoli bandi possono provenire da diversi enti: numerosi sono i progetti finanziati dall’Unione Europea e dalle singole Regioni, mentre per quanto concerne i piani di portata nazionale i due principali sono costituiti da “Nuove imprese a tasso zero” e dal fondo “Resto al Sud”.

Nuove imprese a Tasso Zero

Nuove imprese a tasso zero ha l’obiettivo di sostenere la creazione di imprese da parte di giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni, nonché da donne di qualsiasi età.

Il fondo prevede il finanziamento a tasso zero di progetti di impresa che comportano spese fino ad un milione e mezzo di euro, potendo coprire in tal senso fino al 75% delle spese giudicate ammissibili; la restante quota, invece, deve essere fornita in co-finanziamento da parte dell’impresa stessa, che dovrà reperire i fondi con proprie risorse o ricorrendo al sistema bancario.

In dotazione per la realizzazione di questo fondo sono previsti 150 milioni di euro: ne consegue che le erogazioni saranno concesse fino ad esaurimento.

Non si tratta di un vero e proprio bando, ma le domande saranno valutate in base ad ordine cronologico, attraverso l’apposita presentazione a sportello, senza alcuna formazione di graduatorie di merito per individuare gli assegnatari.

Le attività che possono essere finanziate con questa misura riguardano la produzione di beni industriali, l’artigianato e la trasformazione di prodotti agricoli; la fornitura di servizi alle imprese o ai privati; il commercio di beni e servizi; il turismo, nonché i settori che vengono considerati di maggior rilevanza nello sviluppo dell’imprenditoria giovanile e nell’innovazione tecnologica e sociale.

Le spese che possono essere finanziate sono le più diverse: dalla realizzazione del suolo aziendale alla costruzione di fabbricati, passando per la posa di opere murarie, l’acquisto di macchinari, impianti ed attrezzature, l’installazione di programmi informatici e servizi ITC, nonché l’acquisizione di brevetti e altri diritti di proprietà industriale e il pagamento di consulenze specialistiche per incrementare e incentivare lo sviluppo aziendale.

Resto al Sud di Invitalia

Un’altra forma di finanziamento prevista per incentivare l’imprenditoria in Italia è rappresentata dal nuovo programma chiamato “Resto al Sud”.

Si tratta di una forma di incentivo volta a sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno.

Potranno accedere a questa tipologia di fondo i liberi professionisti, oltre che le imprese, e i limiti di età vengono innalzati fino a 46 anni (non compiuti).

Oltre alle start-up innovative, potranno partecipare anche imprese individuali, società cooperative e, come detto, professionisti.

È requisito specifico il fatto che il beneficiario sia residente all’interno di una delle Regioni interessate dal provvedimento oppure che trasferisca la residenza in una di queste località entro 60 giorni dalla data in cui viene comunicato l’accesso all’agevolazione.

Per quanto riguarda l’ammontare dell’agevolazione, si prevede uno stanziamento fino a 200.000, dei quali il 35% sotto forma di finanziamento a fondo perduto e il restante 65% come finanziamento a tasso zero, senza alcuna garanzia, e con piano di rimborso fino ad 8 anni.

Le attività per le quali possono essere richiesti i fondi sono le più varie: dalla produzione di beni nel campo dell’artigianato all’industria, passando per le attività agroalimentari, come la pesca e l’allevamento, nonché per le attività concernenti i servizi, soprattutto quelli turistici.

Anche in questo caso non si tratta di un vero e proprio bando di accesso: le domanda vanno presentate secondo apposita procedura online e verranno valutate secondo l’ordine cronologico di avvio, fino ad esaurimento dei fondi stanziati.

Progetti di finanziamento start-up a fondo perduto delle Regioni

Oltre ai finanziamenti che provengono dagli organi dello Stato e sono generalmente validi su tutto il territorio nazionale, molto spesso sono le singole Regioni, le Province Autonome o i Comuni a prevedere specifici progetti di finanziamento per nuove imprese o per lo svolgimento di attività di particolare interesse.

Al momento sono attivi numerosi progetti finanziati dagli enti locali, pertanto preferiamo descrivertene soltanto qualcuno per rendere l’idea della tipologia di attività finanziate e delle condizioni di accesso alle diverse forme di agevolazione.

Ad esempio, la Regione Lazio ha di recente istituito un Fondo Creatività, un contributo a fondo perduto destinato alle imprese start-up che sono attive nell’ambito della creatività e della cultura. Possono accedervi, inoltre, le ditte PMI, i liberi professionisti e gli aspiranti imprenditori.

L’ammontare del finanziamento è pari a 30.000 euro a fondo perduto, con copertura fino all’80% delle spese contemplate all’interno del bando, tra le quali rientrano: spese di costruzione, per adeguamento e ristrutturazione, per l’acquisto di macchinari e beni strumentali, per la fornitura di servizi qualificati e l’accesso al credito, nonché per l’acquisizione di brevetti e altri titoli di privativa da destinarsi all’attività oggetto dell’impresa, e così via.

In questo caso, la caratteristica peculiare è data dal fatto che i beneficiari del finanziamento devono operare esclusivamente all’interno dei settori dei beni culturali, dell’architettura, della musica, dell’editoria, o della produzione di software aventi oggetto artistico. Inoltre, deve trattarsi di soggetti che operano all’interno del territorio regionale.

Finanziamenti dall’Unione Europea

Infine, ci sono moltissimi progetti di sviluppo imprenditoriale che sono finanziati o co-finanziati dall’Unione Europea.

Anche in questo caso, occorre verificare di volta in volta le condizioni e le caratteristiche del finanziamento per comprendere se sei in possesso dei requisiti o se la tua attività o idea rientra all’interno del campo di applicazione del progetto.

Come richiedere i finanziamenti a fondo perduto?

Ora che ti abbiamo fornito una panoramica sulle principali caratteristiche dei finanziamenti a fondo perduto per start-up e per imprese in genere, non ci resta che darti qualche informazione procedurale per l’accesso a queste forme di agevolazione.

Le cose si presentano in modo diverso a seconda che il finanziamento costituisca parte di un progetto aperto al pubblico (o su domanda) o che, invece, sia inserito all’interno di un bando di gara.

Nel primo caso, infatti, occorrerà semplicemente presentare la domanda di partecipazione e, se si è in possesso dei requisiti e non sono finiti i fondi, attendere la comunicazione di erogazione dell’incentivo.

Invece, nell’ipotesi in cui venga bandita una gara pubblica, dopo la presentazione della domanda sarà necessario attendere la scadenza del termine, la formazione della commissione, la valutazione su tutte le domande presentate, e, infine, la formazione della graduatoria.

Se il tuo progetto dovesse rientrare nei limiti di ammissibilità fissati dal bando e posizionarsi bene in graduatoria, allora potrai avere accesso al beneficio.

Se questo, a grandi linee, è il meccanismo attraverso cui si possono richiedere i finanziamenti start-up a fondo perduto, è bene sottolineare che la parte più difficile sta solitamente nella formulazione della domanda.

Infatti, una volta individuato il bando più adatto alle tue esigenze, occorre leggere attentamente il bando e capire se si dispone dei requisiti necessari per poter partecipare.

Successivamente, occorre preparare la documentazione richiesta, all’interno della quale attestare il possesso dei requisiti di partecipazione e, soprattutto, allegando il progetto imprenditoriale che si vuole finanziare.

Questa è la parte più complessa, perché per poter competere con altri potenziali beneficiari devi poter convincere l’ente erogatore della bontà del tuo progetto, fornendo un business plan adeguato e completo, indicando tutte le spese ammesse che potranno essere finanziate e in che modo potrai assicurare il rientro (ove previsto) dal finanziamento.

Una volta completata la redazione della domanda, questa andrà presentata secondo le modalità stabilite dal bando, solitamente attraverso una piattaforma online.

Sarà necessario sia registrarsi sul sito dell’ente che emette il finanziamento, sia prestare attenzione al fatto di presentare la domanda prima della eventuale scadenza del bando.

Peraltro, nell’ipotesi in cui si tratti di un finanziamento su domanda, è comunque importante cercare di formulare la propria richiesta il prima possibile, così da evitare lo scorrimento verso il basso, dove diventa più probabile che, al momento di esaminare la tua richiesta, i fondi stanziati siano già esauriti.

Per tutti questi motivi, può essere utile – se non possiedi l’esperienza necessaria a tenere in considerazione le diverse variabili importanti – ricorrere ad un’apposita consulenza in materia di finanziamenti start-up a fondo perduto.

Infatti, rivolgendoti ad un soggetto esperto potrai ricevere assistenza per tutte le fasi necessarie a conseguire il tuo finanziamento: dalla scelta dei progetti finanziati di maggior interesse, alla predisposizione di un business-plan perfetto, fino alla gestione della parte di erogazione e attuazione del piano.

In questo modo, diventerà più semplice riuscire ad approfittare delle incredibili occasioni derivanti dal finanziamento a fondo perduto e ottenere le risorse che ti occorrevano da tempo per poter avviare la tua attività o realizzare il sogno che avevi nel cassetto.