Cosa significa cahsless?

Cashless, tradotto in italiano, significa senza soldi, ma nella pratica la parola cashless fa riferimento solo alla frase senza contanti.

Il termine viene utilizzato soprattutto nel settore dei pagamenti e nelle tante discussioni sul modo migliore per combattere l’evasione fiscale nel nostro Paese (e non solo).

In effetti, la vera e propria rivoluzione tecnologica che si è andata affermando nel corso degli ultimi decenni, ha dematerializzato un gran numero di attività, sino ad allargarsi al settore dei pagamenti.

Una rivoluzione particolarmente evidente nei Paesi del Nord Europa, tanto che in base agli studi condotti al proposito, sono proprio la Danimarca, l’Estonia, la Finlandia, il Belgio e la Svezia a trovarsi più vicini alla pratica scomparsa del contante.

In Italia, invece, la situazione è ancora deficitaria sotto questo aspetto, nonostante i progressi evidenziati nel corso degli ultimi mesi.

Il Bel Paese è infatti posizionato nelle ultime posizioni per quanto riguarda la classifica continentale relativa al cashless, anche se negli ultimi tempi la situazione è migliorata, anche grazie ad alcune iniziative intraprese a livello governativo, in particolare con il cashback.

Occorre anche sottolineare come non si tratti di un problema di ritardo tecnologico. Anzi, per quanto concerne l’installazione di POS (acronimo di Point of Sales) e l’utilizzo della fatturazione elettronica, il nostro Paese può essere considerato tra i virtuosi, sempre a livello europeo.

Ad affermarlo sono proprio i dati, in particolare quelli raccolti dalla Community Cashless Society. Il problema è quindi più che altro di carattere culturale.

Come funzionano i pagamenti cashless?

come funzionano i pagamenti cashless

Come funzionano i pagamenti che non prevedono l’utilizzo di contante?

Le soluzioni a disposizione di tutti i consumatori che intendono utilizzare gli strumenti digitali per accelerare le operazioni di pagamento, sono molte e tendono a crescere, di anno in anno.

In particolare, i pagamenti cashless possono avere luogo nelle seguenti maniere:

  • tramite carta di credito o di debito, oppure utilizzando quelle prepagate o le ricaricabili. Il metodo più gettonato in assoluto è il pagamento contactless, ovvero quello che avviene all’interno dell’esercizio commerciale senza necessitare del contatto tra il terminale POS e la carta utilizzata. A renderlo possibile è l’utilizzo della tecnologia NFC (Near Field Communication), che consente di espletare la transazione con il semplice accostamento della carta al dispositivo di pagamento;
  • utilizzando una delle tante app da scaricare sul proprio smartphone o smartwatch. Un novero, quest’ultimo, indicato come mobile payments e nel quale spiccano soprattutto Apple Pay, Google Wallet e Android Pay. Tra queste ricordiamo l’app di pagamento Satispay.

Il pagamento in questo caso si giova della presenza dell’e-wallet, ovvero il portafogli elettronico all’interno del quale la carta di pagamento viene memorizzata per la successiva utilizzazione.

Anche in questo caso per riuscire a pagare all’interno di un negozio occorre soltanto accostare il proprio dispositivo al POS.

In pratica tutti gli smartphone di ultima generazione fanno leva sulla tecnologia NFC, oltre che su sistemi avanzati di sicurezza, come i fattori biometrici o il PIN.

Perché secondo gli osservatori si va verso un modello di società cashless?

Come abbiamo già ricordato, anche in Italia i pagamenti cashless stanno prendendo sempre più piede. Tanto da aver conseguito lo storico sorpasso sul contante nei mesi successivi all’arrivo del Covid sul territorio nazionale.

Un evento il quale è stato favorito in particolare dalle nuova necessità sanitarie indotte dalla diffusione del virus e dai sospetti relativi al fatto che proprio il denaro contante potesse esserne un possibile veicolo.

Oltre ai timori di carattere sanitario, però, ci sono altri fattori che stanno favorendo in maniera evidente la diffusione dei pagamenti digitali. A partire proprio dai provvedimenti presi a livello governativo, sotto forma di cashback, ovvero di ritorno di una parte di quanto speso nelle tasche dei consumatori.

Provvedimenti ispirati anche dalla necessità di creare un argine all’evasione fiscale, favorita dall’impossibilità di tracciare il denaro contante.

A questo primo fattore, si sono poi accompagnati alcuni evidenti benefici, in particolare:

  • la possibilità di modernizzare l’intero Sistema Italia, spingendo con grande forza sul pedale dell’innovazione tecnologica:
  • l’opportunità di rendere più semplice la vita a commercianti e consumatori, facilitando il trasferimento di denaro dagli uni agli altri, con una compressione dei tempi solitamente necessari ove i pagamenti prevedano l’utilizzo di denaro fisico;
  • la comodità derivante non solo dalla facilità di utilizzo, ma anche dal fatto che non è necessario portarsi dietro monetine e banconote e dover attendere per prendere il resto del denaro con il quale si è effettuato il pagamento in contanti;
  • la sicurezza, soprattutto da un punto di vista psicologico, conseguente al fatto che in tal modo si riesce ad abbattere in percentuale notevole il rischio di essere scippati e, magari, di riportare conseguenze sul piano fisico di un evento così traumatico;
  • la possibilità di riuscire a tenere meglio sotto controllo il bilancio familiare, grazie al costante monitoraggio reso possibile dall’home banking e dalla tracciabilità dei pagamenti.

Per quanto riguarda più specificamente i commercianti, i pagamenti cashless sono poi in grado di permettere loro il conseguimento di un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza più arretrata dal punto di vista tecnologico.

Inoltre la tracciabilità dei pagamenti si traduce nella possibilità di una migliore gestione dell’attività e di una consistente riduzione del pericolo di rapine all’interno del servizio commerciale.

Infine, la riduzione delle code presso le casse rende possibile una migliore esperienza d’acquisto per i consumatori.

Una serie di opportunità le quali hanno convinto, insieme all’imposizione dell’obbligo di avere il POS, un numero sempre maggiore di esercenti a convertirsi al cashless.

Una tendenza la quale, peraltro, dovrebbe senz’altro proseguire nell’immediato futuro.