L’ Euribor è l’acronimo di Euro Interbank Offered Rate, un tasso a cui fanno riferimento le banche per indicizzare il pagamento degli interassi che vengono applicati su particolari strumenti finanziari, come le obbligazioni e i mutui.

Quindi questo indice viene impiegato da una banca per determinare l’interesse da applicare nel momento in cui viene prestato del denaro a un cliente, al fine di aprire un mutuo.

Il suo valore viene aggiornato giornalmente e comunicato dalla European Money Markets Institute. La sua istituzione coincide con la nascita dell’euro ed ha avuto come obiettivo quello di uniformare il sistema di calcolo del tasso di mercato monetario, che prima era affidato ai singoli Stati europei.

Per conoscere il valore dell’Euribor in tempo reale, giorno per giorno, fai riferimento ai dati che trovi in questa pagina del Sole 24 ore.

Perché l’Euribor è così importante?

Negli ultimi anni le offerte di mutui, da parte di banche o finanziarie, sono aumentate in modo esponenziale permettendo ad un maggior numero di clienti di accedere a diversi prodotti finanziari. La scelta non è sempre semplice, dato che i parametri da considerare sono tanti e valutare quelli più adatti alle proprie esigenze, ormai è una realtà non solo vantaggiosa, ma anche indispensabile al fine di effettuare un valido investimento senza accollarsi spese aggiuntive e costi maggiori.

Per questo, negli ultimi tempi, le parole come tasso fisso o variabile, spread, Eurirs e Euribor sono ormai di utilizzo comune. Il loro significato è strettamente connesso con prodotti finanziari che ormai sono parte integrante dalla vita quotidiana, come i mutui e finanziamenti. In particolare, nel caso in cui si decida di sottoscrivere un mutuo a tasso variabile, il termine che spesso si ripete e che si deve prendere in considerazione è Euribor.

L’Euribor è un indice che ha una sua importanza non solo dal punto di vista dei rapporti interbancari, ma anche nella vita reale. Infatti quando una banca accende un mutuo, presta del denaro che non possiede al debitore. Il costo di questo denaro è il tasso d’interesse (se vuoi approfondire il concetto di tasso d’interesse ti rimando a questo articolo che ho scritto a riguardo).

È importante non confondere questo concetto con un altro parametro che è lo spread, il quale rappresenta invece il guadagno effettivo che la banca otterrà una volta che il prestito sarà estinto. L’importanza di conoscere il tasso dell’Euribor è dovuta al fatto che questo parametro determina delle variazioni consistenti nell’ambito della stipulazione di una particolare tipologia di muto: quello a tasso variabile.

Il concetto di tasso variabile si fonda sulla possibilità di avere un costo del denaro che varia in base a un indice che a sua volta può cambiare nel tempo. Quindi la rata non sarà fissa, ma mese per mese verrà determinata in proporzione al valore di questo parametro. Se quindi l’Euribor sale, anche il costo della rata si incrementa. Ciò vuol dire che la spesa totale del mutuo potrà essere maggiore. Nel caso inverso, invece, si avrà una riduzione del pagamento mensile con una limitazione dei costi finali del finanziamento.

La scelta di sottoscrivere un mutuo con un tasso d’interesse variabile può essere più conveniente rispetto ad altre forme, ma prevede comunque un certo rischio. Infatti il valore dell’Euribor nel corso dei mesi e degli anni può cambiare anche in modo sostanziale, determinando un’incertezza sui pagamenti che si dovranno affrontare e anche l’eventualità di un incremento del debito.

Di cosa si compone l’Euribor

L’Euribor è un tasso che si applica ai depositi di denaro interbancari in euro e che vengono effettuati dalle banche. Ciò vuol dire che è il costo attraverso il quale si determina lo scambio di euro, tra una banca e un’altra.

Il tasso viene determinato dalla FBE, la Federazione delle Banche Europee, oggi conosciuta come European Money Markets Istitute che è composta un gruppo di banche scelto tra quelle che hanno elevata affidabilità dei depositi a breve termine e con capacità economiche elevate.

Inoltre la loro selezione è fatta in base all’appartenenza a paesi membri dell’Eurozona sin dalla comparsa dell’euro, valutando la loro collocazione in posizioni geografiche tali da poter rispecchiare la diversità del mercato Europeo. A queste si aggiungono anche alcuni istituti internazionali che hanno importanti attività all’interno dell’Unione monetaria Europea.

Come viene calcolato

Tra quelle principali si considerano, la Bnp-Paribas, Credite Agricole, Deutsche Bank, National Bank of Greece, la Belfius, Ing Bank e Barclays. Sono presenti anche tre italiane: Banca Intesa Sanpaolo, Monte Paschi di Siena e Unicredit.

Il calcolo materiale del tasso Euribor viene effettuato giornalmente, attraverso una media semplice delle quotazioni che sono rivelate dalle singole banche che appartengono alla European Money Markets Istitute (EMMI).

L’agenzia preposta a tale attività è la Global Rata Set System Ltd, società specializzata nel gestire gli indici di riferimento e che determina il valore dell’Euribor in base ai parametri indicati dall’EMMI.

Il calcolo prevede che vengano eliminati i valori massimi del 15% nella parte superiore e del 15% in quella inferiore. Il totale viene arrotondato di tre decimali, in questo modo si determina una media che corrisponde al 70% di quella originale e che rappresenta l’Euribor.

Ogni banca fornisce i propri dati entro le 10.45 di ogni giorno, con la possibilità di correggerlo nei successivi 15 minuti. Alle 11 precise, il tasso Euribor viene comunicato dalla Global Rate Set System con il valore definitivo. In base ad esso ogni banca potrà quindi applicare i relativi tassi d’interesse al fine di stipulare i mutui e i prestiti.

Cosa significa Euribor 3 mesi, 6 mesi, un mese?

Quando si parla di Euribor si deve tenere presente che sotto questa singola parola si includono diversi tassi d’interesse. Infatti vi è una differenza tra gli indici in base alla scadenza. Fino al 1° dicembre 2018 venivano calcolati anche i tassi Euribor a 2 settimane, a 2 mesi e a 9 mesi.

Quelli più utilizzati e presi come punti di riferimento sono l’Euribor a 1 mese a 3 mesi e a 6 mesi. Ma che significano questi valori? La scadenza indica il tempo entro il quale verrà applicato un determinato tasso d’interesse.

Una volta trascorso, si determinerà quindi una nuova variazione della quotazione da parte delle banche con la possibilità di un cambiamento sia con un aumento o con un’eventuale diminuzione.

La scelta quindi della tipologia di Euribor deve essere effettuata anche in funzione alla lunghezza del mutuo, dato che se viene richiesto un prestito per un periodo più lungo potrà essere conveniente quindi applicare una scadenza maggiore.

Sia nei rapporti interbancari che tra i privati, l’Euribor 1 mese, 3 mesi e 6 mesi è preso come parametro di riferimento per l’applicazione di un prestito a tasso variabile.

A questo si dovrà poi aggiungere lo spread, ovvero il guadagno del creditore che ha pestato il denaro. Poter verificare il valore dei differenti tassi Euribor può essere conveniente al fine di effettuare le giuste valutazioni e quindi avere le idee ben chiare al momento della sottoscrizione di un mutuo.

Bisogna considerare che a lungo termine un eventuale errore di valutazione del tasso può portare anche a un incremento del costo del debito di migliaia di euro.

Visionare in tempo reale i dati sull’Euribor è possibile in molti siti internet, nei quali sarà prevista in tempo reale le diverse quotazioni.

A quale periodo di riferimento conviene fare un mutuo?

Al momento della sottoscrizione del mutuo bisogna valutare una serie di elementi i quali influenzeranno il costo finale della pratica.

Il tasso Euribor diventa quindi uno dei parametri centrali in base al quale si potrà avere un prestito a basso costo.

Non sempre è facile scegliere la scadenza migliore dato che in particolare negli ultimi anni le differenze tra i diversi tassi sono state molto sottili.

Infatti, se si considera la statistica per esempio degli ultimi 15 anni si può valutare che i tassi dell’Euribor a 1 mese sono stati vantaggiosi, con un risparmio anche di quasi 50 € ogni mese.

Basta considerare che oggi l’Euribor a 1 mese, comprensivo di spread viene quotato a 1,69% mentre quello a 6 mesi a 2,11%.

La differenza è abbastanza sostanziosa. Questo potrebbe implicare che nel caso in cui si necessita di un mutuo a breve termine, utilizzare un tasso variabile con Euribor a 1 mese potrebbe essere un ottimo investimento.

È però importante considerare che il differenziale si assottiglia nel momento in cui si sottoscrive un mutuo a lungo termine.

Infatti se vengono presi in considerazione i finanziamenti di lungo periodo come quelli a 10 anni e si confronta lo scarto medio tra l’Euribor a 1 mese e quello a 6 mesi questo si aggira intorno allo 0,10%. Un valore che quindi non pone grande differenza nella scelta del tasso.

Inoltre nel momento in cui si decide quale tasso applicare si deve prendere in considerazione anche un altro fattore che è quello della divisione in giorni.

Infatti il tasso dell’Euribor si differenzia in base al fatto che il calcolo venga effettuato su 360 giorni con riferimento all’anno commerciale, oppure 365, se invece si considera l’anno solare. In questo caso si avrà uno scarto minimo pari allo 0,05%.

Che significa quando l’Euribor è negativo?

Il valore dell’Euribor è strettamente connesso con l’andamento del mercato e in particolare viene influenzato dai tassi della Banca Centrale Europea.

Inoltre a contribuire alla sua crescita o diminuzione nel tempo vi sono anche altri fattori come le aspettative da parte degli investitori, e i dati riguardanti la crescita economica e i tassi sull’inflazione.

Con la crisi finanziaria che caratterizza gli ultimi tempi sono stati diversi gli interventi da parte della Bce al fine di permettere una maggiore liquidità di denaro con un relativo abbassamento dei tassi d’interesse.

L’immissione di moneta liquida all’interno del sistema economico determina quindi una variazione anche del tasso Euribor, con un evento molta caratteristico che si sta verificando in questi anni e che ha portato a una discesa sotto zero di questo valore.

Ma come si comportano le banche in questo caso?

Infatti sorge il problema di calcolare gli interessi che sono azzerati e non si applicano più come vantaggio di un istituto di credito ma invece a favore del creditore.

Ciò accade sia nel caso in cui sia presente una clausola floor finalizzata a limitare verso il basso questo parametro, sia nella situazione in cui invece non è presente nel contratto.

La questione fino a poco tempo fa vedeva una certa controversia su come si doveva applicare un tasso d’interesse negativo su un mutuo.

La Banca D’Italia è intervenuta con una direttiva, in modo da poter chiarire come si devono comportare le banche in una tale situazione.

Si è quindi specificato che la clausola floor dovrà essere ben specificata all’interno del contratto con indicazioni che siano chiare e precise. Inoltre nel caso in cui tale clausola non sia presente e si determini un tasso Euribor negativo, ogni singola la banca dovrà porre estrema attenzione a calcolare gli interessi che sono a favore del debitore, sottraendo il valore negativo direttamente dal calcolo dello spread che viene applicato sul costo del mutuo.

Differenza tra Euribor ed Irs

Euribor e l’Eurirs, o più comunemente definito Irs, sono entrambi indici che fanno riferimento a un costo del denaro.

Il termine Eurirs indica l’Euro Interest Rate Swap e fa riferimento al tasso interbancario impiegato come elemento per stabilire il valore dei mutui a tasso fisso.

Anche questo viene diffuso ogni giorno dalla Federazione Bancaria Europea e viene calcolato prendendo come riferimento le oscillazioni del mercato obbligazionario e gli accordi presi dalle singole banche con speculatori finanziari che sono disposti rischiare su un’operazione di mutuo.

L’Irs è dunque una media che prende in considerazione questi dati riportarti su un periodo di 15 anni.

Ma quali sono le differenze tra le due tipologie di tassi d’interesse?

Euribor ed Irs si differenziano sotto diversi aspetti:

  • applicazione: l’Euribor viene applicato per indicizzazione dei mutui a tasso variabile, mentre nel caso del’Irs il parametro viene preso come riferimento per i mutui a tasso fisso.
  • calcolo: mentre il calcolo dell’Euribor viene effettuato in base alle medie rilasciate dall’EMMI in base alle singole quotazioni, nell’Irs si fa riferimento invece tra le medie negli anni che sono state sottoscritte tra una banca e una società di speculazione che è disposta a rischiare su queste tipologie di mutui.
  • determinazione: nel caso quindi del tasso fisso, l’Irs è direttamente influenzato dalle oscillazioni obbligazionarie e quindi dall’andamento dei mercati. Nel caso invece dell’Euribor si determinano cambiamenti in rapporto ai tassi d’interesse che sono stabiliti dalla Bce e dall’immissione di liquidità nel mercato.
  • durata: anche la durata è differente, dato che quando si fa riferimento all’Euribor si considera l’applicazione di tassi d’interesse che sono a 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e massimo 12 mesi. Nel caso invece dell’Irs ci si riferisce a prestiti a lungo e medio termine.