Le banche sono costrette a comprare titoli di Stato a tassi negativi

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La funzione delle banche, oltre a quella di raccogliere denaro, è di prestarlo tramite attività come i fidi, i mutui garanzia o gli anticipi su fatture.  Il rapporto tra i soldi che raccoglie dai correntisti sotto forma di liquidità sul conto corrente, obbligazioni bancarie, conti deposito ed il denaro che la banca presta devono rispettare dei parametri ben precisi.

Quando la liquidità di una banca è troppa il denaro in eccedenza deve essere versato presso un apposito conto della Banca Centrale Europea.

Tale operazione ha però un costo per le banche. Allora, piuttosto che affidare la liquidità alla Banca Centrale Europea, scelgono di investire in titolo di Stato che hanno un rendimento negativo minore rispetto alle commissioni che dovrebbero pagare alla BCE.

La finanza internazionale ed i titoli di Stato negativi

Gli altri soggetti che comprano titoli di Stato a tassi negativi sono le grandi società di capitali che puntano a fare operazioni sul mercato valutario oppure per pura diversificazione delle valute.

Al momento circa il 25% dei titoli di Stato in circolazione ha tassi negativi. Tra questi figurano i titoli di potenze mondiali come Giappone e Svizzera.

Conclusioni

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Come vedi non esiste nessun benefattore ma è la Banca Centrale Europea che, per favorire l’economia, ha abbassato i tassi e permesso alle banche europee di acquistare titoli di Stato con rendimenti negativi.

Alcune banche europee infatti hanno ritenuto opportuno offrire addirittura mutui a tasso zero, quindi senza il pagamento degli interessi, proprio per evitare di rimetterci più soldi possibili con l’acquisto di titoli di Stato negativi.

A questo si aggiungono le operazioni di finanza internazionale che acquistano titoli di Stato a tassi negativi per fare diversificazioni sul mercato valutario.